Insegnante: Adriana Bosurgi
Lo Yoga è un’antica disciplina di origine indù, una filosofia millenaria capace di unire gli aspetti fisici e interiori dell’essere.
Il termine stesso, dal sanscrito, significa infatti “unire”, “attaccare”, “imbrigliare” e, non a caso, la pratica dello Yoga si basa sull’unione della coscienza umana individuale con la coscienza divina, grazie a una tecnica che è sia fisica che mentale che spirituale.
La disciplina prevede sempre una ricerca e, al tempo stesso, offre strumenti per raggiungere il preciso obiettivo della padronanza di sè e del proprio corpo attraverso l’esercizio fisico, la respirazione e la meditazione.
Gli esercizi e le posizioni fisiche migliorano la circolazione, allungano e rafforzano i muscoli, aumentano la forza e le energie, rendono il corpo agile ed elastico. Gli effetti si apprezzano anche sul piano della crescita spirituale: la pratica delle asana (le posture) offre ai muscoli una sequenza di momenti di rilassamento e tensione, con una fluidità e una flessibilità che influenzano positivamente anche lo stato interiore. Pertanto, anche i profili mentali e spirituali sono essenziali nella pratica, come il necessario collegamento fra corpo mente e spirito e la ricerca di una loro dimensione di pace e armonia.
L’Hatha Yoga, in particolare, la cd “via della volontà“, è la tipologia più nota e praticata in Occidente, aiuta a raggiungere la padronanza del corpo e della mente con le asana, il controllo del respiro (pranayama) e la meditazione.
Hatha letteralmente significa “forza”, stante il senso profondo di questa disciplina che è proprio quello di equilibrare e dominare le forze contrapposte che agitano – più o meno consapevolmente da parte dell’uomo – l’essere umano.
L’approccio proposto da Mater Vitae alla pratica dell’Hatha Yoga presta una cura particolare alla dinamica del raggiungimento delle varie posizioni, focalizzata sui principi della biomeccanica e della fisiologia muscolo-articolare, nonchè alla dimensione statica della posizione raggiunta, ove viene privilegiato uno stato di rilassatezza e c.d. “tensegrità” (assenza di sforzo) nel mantenimento delle asana. Debito spazio, poi, viene dedicato agli aspetti più sottili della respirazione e delle tecniche di meditazione.